Digiuno intermittente
Per digiuno intermittente o digiuno controllato o “dieta mima digiuno” s’intende un qualunque piano alimentare ipocalorico in cui si alternano periodi di alimentazione a periodi di digiuno superiori alle 8 ore (le 8 ore di digiuno medio che chiunque pratica con il riposo notturno non vanno considerate). Durante il digiuno sono ammessi acqua, caffè senza zucchero e altre bevande senza calorie, mentre non sono permessi cibi solidi o bevande zuccherate. Esistono diversi tipi di digiuno intermittente che si differenziano in base al rapporto tra il periodo di digiuno e quello di alimentazione: 12/12, 14/10, 16:8, 24/48-72, OMAD, dieta del guerriero, eat stop eat, digiuno a giorni alterni, etc. I più comuni sono il 5:2 e il 16:8. La dieta 5:2 prevede 2 giorni a bassissimo contenuto calorico (500-600 kcal/die, quindi digiuno) e 5 di alimentazione “normale”. La dieta 16:8 prevede invece, nell’arco delle 24 ore, 16 ore di digiuno continuativo seguite da 8 ore nelle quali consumare i pasti.

In cosa consiste il digiuno intermittente?
Il digiuno intermittente è davvero una dieta rivoluzionaria?
Nonostante oggi venga scambiato per uno schema alimentare super moderno e rivoluzionario, in realtà il digiuno intermittente è tutto fuorché un approccio nuovo. Forme di digiuno controllato di varia natura hanno radici millenarie e trovano fondamento in pressoché tutte le pratiche religiose, basti pensare al Ramadan islamico, all’astinenza del Venerdì Santo e della Quaresima nel cristianesimo e alle diverse forme di digiuno dei monaci buddisti.
Quali sono i benefici del digiuno intermittente?
I benefici del digiuno intermittente possono essere divisi in due grandi gruppi: attivazione dell’autofagia e benefici metabolici. L’autofagia è un meccanismo di controllo della qualità cellulare mediante la quale, se un organello cellulare è danneggiato, questo viene degradato ad amminoacidi, acidi grassi e carboidrati, subito messi in circolo per essere riutilizzati dal nostro corpo. Il risultato netto? Il corpo si rinnova e si pulisce. Lo stesso sistema immunitario trae grande beneficio da questo processo, riciclando e riutilizzando i prodotti di scarto della degradazione degli agenti patogeni. In condizioni corporee normali, l’attività di autofagia è scarsa ma può essere attivata da diversi fattori, tra cui stress, gravi danni cellulari, attività sportiva aerobica e il digiuno. Infatti, un periodo di tempo prolungato di digiuno riduce la glicemia, con conseguente basso livello di insulina. Il corpo comincia a consumare le proprie riserve energetiche, prima gli zuccheri e poi anche i grassi. Successivamente è il turno delle strutture cellulari danneggiate ed è qui che inizia l’autofagia: scomponendo queste strutture, si liberano in circolo macro nutrienti, pronti per essere utilizzati dall’organismo. Al contrario, l’assunzione frequente di cibi inibisce l’autofagia. I benefici metabolici sono invece secondari all’esaurimento delle riserve di glucosio e al ricorso al grasso come fonte energetica: questo processo regola l’insulina, abbassa la glicemia, riduce la risposta infiammatoria e aumenta la resistenza dell’organismo allo stress. Il risultato clinico netto del digiuno intermittente è quindi la riduzione della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca, l’abbassamento dei livelli di colesterolo e di glucosio, la perdita di peso, la riduzione del rischio di sviluppare sindrome metabolica, ipertensione arteriosa, dislipidemie e diabete mellito. Ulteriori effetti benefici sono la riduzione dei danni da invecchiamento, il miglioramento delle funzioni cerebrali, il mantenimento di buone condizioni del sistema nervoso (svolgendo quindi un potenziale ruolo preventivo nei confronti di malattie quali l’ictus, il morbo di Alzheimer, la sclerosi multipla e la sindrome di Parkinson), l’aumento dell’energia, il potenziamento del sistema immunitario, la riduzione di cellulite e smagliature, la disintossicazione dell’organismo e del fegato dalle tossine presenti nel corpo.
Perché il digiuno può SOLO essere intermittente?
Come abbiamo visto il digiuno limitato nel tempo ha dei benefici perché tra le altre cose attiva l’autofagia. Ma quando la privazione alimentare supera le 24 ore, l’organismo per sopravvivere è costretto a degradare la propria massa magra a scopo energetico: in pratica, inizia a “cannibalizzare” i muscoli. La prolungata mancata assunzione di nutrienti riduce quindi progressivamente la massa magra e il metabolismo basale (fino al 40% nei casi estremi), causando diminuzione della massa muscolare, della forza e della capacità di concentrazione. Proprio per tali motivi, ogni forma di digiuno DEVE essere rigorosamente limitata nel tempo.
A chi è indicato e a chi non lo è?
Il digiuno intermittente è normalmente indicato per persone con sovrappeso o obesità che desiderano dimagrire. La particolare tempistica di assunzione dei cibi può essere vantaggiosa per coloro che hanno particolari esigenze temporali, ad esempio lavorative (turni). Alcune forme di digiuno intermittente più soft, possono anche essere utilizzate transitoriamente da persone non in sovrappeso, al fine di depurare il proprio organismo e rimettersi in forma. Il digiuno intermittente però non è adatto a tutti! È normalmente controindicato nelle donne in gravidanza o allattamento, nei bambini e adolescenti, negli sportivi, nei pazienti con disturbi del comportamento alimentare (anoressia e bulimia), negli anziani, in persone con gravi malattie internistiche e in chi assume particolari farmaci.
Ha effetti collaterali?
Nonostante la perdita di peso e i molteplici benefici, molte persone non riescono a portare avanti il digiuno intermittente per troppo tempo. Questo per lo sviluppo di effetti collaterali, i più comuni dei quali sono senso di fame, cattivo umore, irritabilità, ansia, mal di testa, stipsi, rabbia, difficoltà di concentrazione, astenia, debolezza e colpi di sonno, riduzione delle prestazioni fisiche e mentali e insonnia. Evitando di ricorrere al digiuno intermittente “fai da te” ma appoggiandosi ad un professionista si può sicuramente ridurre, ma non eliminare del tutto, la possibilità di andare incontro a questi effetti collaterali.
I programmi KYMINASI Detox
Esistono due protocolli Kyminasi di digiuno: il Detox A e il Detox B (intermittente). Il Detox A presuppone un regime alimentare più restrittivo, limitato a liquidi e ad una modesta quantità di frutta giornaliera. Il digiuno, a seconda del peso del paziente, può essere fatto per un massimo di 5 giorni a settimana, per il 60% dei giorni in un mese. Il Detox B è invece un piano di digiuno intermittente che prevede un pasto al giorno, a scelta tra colazione o cena (durante tali pasti sono proibiti lievito di birra, zucchero e latte di origine animale). Può essere fatto senza limiti temporali, anche continuativamente mese dopo mese, per un massimo di 5 giorni alla settimana continuativi di digiuno (e i successivi 2 di pausa). Entrambe le forme di digiuno si basano su due principi: non è mai un digiuno totale e assoluto (è sempre ammessa l’assunzione di liquidi senza aggiunta di zuccheri e frutta fresca in quantità limitata ma variabile) e viene utilizzato un dispositivo medico di classe I. In particolare, questo dispositivo, ovvero una medaglietta metallica di circa 1 cm e spessa 2 mm, da applicare sulla cute e che rilascia costantemente informazioni al corpo sotto forma di frequenze elettromagnetiche di biorisonanza, è stato realizzato per ridurre al minimo gli effetti negativi del digiuno e per potenziarne gli effetti positivi. Tra i principali vantaggi vi sono la riduzione del senso di fame, il miglioramento e la stabilizzazione dell’umore, l’aumento dell’energia, il potenziamento della massa muscolare, l’aumento della lucidità mentale e della concentrazione.
Contattaci per un appuntamento

Contatti

Sedi Torino

Sede Vercelli

Sede Asti
Sito realizzato da Silvestri Marco