Visita cardiologica
La visita cardiologica è la visita specialistica, eseguita da un medico specialista in cardiologia o malattie dell’apparato cardiovascolare, nella quale, mediante la raccolta anamnestica, la valutazione di tutta la documentazione del paziente, l’esame obiettivo cardiologico e l’esecuzione dell’ECG, permette di diagnosticare la presenza di eventuali malattie dell’apparato cardiovascolare, o, in alternativa, avviare un iter diagnostico più approfondito, qualora gli elementi diagnostici non fossero ancora conclusivi. Una volta identificata una malattia cardiovascolare si intraprenderanno le adeguate terapie, se necessarie.
Domande frequenti
La visita cardiologica è fondamentale per la diagnosi e il trattamento delle principali patologie cardiache, tra cui l’ipertensione arteriosa, la cardiopatia ischemica, lo scompenso cardiaco, le cardiomiopatie primitive, le malattie delle valvole cardiache, la gestione delle protesi valvolari. La visita cardiologica è altresì importante per la formulazione di una strategia diagnostica-terapeutica in pazienti con sintomi suggestivi di cardiopatia, quali dolore toracico, affanno (dispnea), stanchezza (astenia), cardiopalmo, capogiri (lipotimie) e svenimenti (sincopi).
La visita cardiologica si compone di cinque fasi distinte:
- Anamnesi: è la raccolta, accurata e completa, di tutte le informazioni cliniche del paziente. Si basa essenzialmente su due step. Nel primo, si raccolgono le informazioni in merito ad allergie, stile di vita, familiarità per cardiopatie, pregresse patologie, pregressi interventi chirurgici subiti, fattori di rischio cardiovascolari e farmaci assunti. Nel secondo step, invece, ci si focalizza sulla storia cardiologica, sia passata che recente. In quest’ultimo passaggio, si analizzano in dettaglio i sintomi (qualora presenti) e i motivi che hanno spinto il paziente ad eseguire la visita. L’anamnesi è senza ombra di dubbio la parte più importante della visita cardiologica, e, per la sua buona riuscita, è assolutamente essenziale che il paziente porti con sé, al momento della visita, tutta la documentazione clinica precedente in suo possesso, sia cardiologica che non.
- Esame obiettivo cardiologico: presuppone l’ispezione, la percussione e l’auscultazione dell’area cardiaca, della regione polmonare e dei principali assi vascolari. Include sempre anche la misurazione della pressione arteriosa. L’esame obiettivo può fornire informazioni preziose in merito alla presenza di una cardiopatia sottostante o identificare le conseguenze che una determinata cardiopatia può aver causato a livello polmonare o su tutto il resto dell’organismo. È comunque importante sottolineare che un esame obiettivo negativo (quindi senza identificazione di elementi patologici) non esclude la presenza di una cardiopatia, anche importante. Ecco quindi l’importanza di integrare sempre l’esame obiettivo con tutti le altre fasi della visita cardiologica.
- Elettrocardiogramma (ECG): l’ECG a 12-derivazioni è l’esame principe nella diagnostica cardiovascolare. Questo perché è economico, velocissimo da eseguire, può essere fatto ovunque e perché permette in pochi secondi di acquisire preziose informazioni sia sul battito che sulla morfologia del cuore. Permette quindi, in altre parole, di acquisire informazioni sia di tipo elettrico che meccanico/strutturale. Una cardiopatia strutturale si associa, infatti, pressoché sempre ad una qualche anomalia all’ECG. Rimarcando ulteriormente il concetto, è estremamente raro, direi quasi aneddotico, identificare una cardiopatia significativa in una persona con un ECG normale. Ecco perché, dal 1903, data in cui il fisiologo olandese Willem Einthoven inventò l’elettrocardiografia, nessun esame diagnostico ha saputo fornire altrettante e utili informazioni, ne tanto meno sostituire, l’ECG.
- Conclusioni: si sintetizzano tutte le informazioni ottenute e, a seconda della completezza o meno dei dati raccolti, si formula una diagnosi, presuntiva o di certezza.
- Strategia diagnostico-terapeutica: lo step finale (e in ultima analisi il motivo per cui una persona esegue una visita cardiologica) è decidere un trattamento adeguato, una volta raggiunta una diagnosi di “certezza”, o stabilire i successivi e necessari step diagnostici, in caso di diagnosi ancora presuntiva.
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